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L’esempio e l’esperienza vissuta nei samaritani dalla 17enne Giulia Speziale che ha salvato la vita di una persona.

 

Studentessa alla Scuola cantonale di Commercio a Bellinzona, Giulia Speziale di Maggia l’anno scorso a primavera è apparsa su diversi giornali e anche sulla rivista della FSS del gennaio scorso dato che, grazie alle misure salvavita apprese nel Gruppo Help della sezione samaritana della Bassa Vallemaggia, il 30 maggio 2020 ha salvato la vita a un ciclista locarnese di 67 anni vittima di un arresto cardiocircolatorio. A un anno di distanza, abbiamo voluto avvicinare la giovane ragazza per sapere come ha vissuto questo fatto e – a bocce ferme – come valuta quanto appreso in ambito samaritano.

«Per me salvare una vita è stato un fatto molto appagante», ci risponde la giovane. «Questo episodio è stato molto intenso e ha cambiato una parte di me per sempre. È stato veramente soddisfacente sapere che grazie alle nozioni apprese qualche tempo prima durante i corsi organizzati dai samaritani è possibile essere in grado di compiere un gesto così importante. Vitale!» Subito dopo il salvataggio del ciclista, Giulia si è sentita molto stanca; anche emotivamente. Quanto successo l’ha toccata in profondità.

«Nei giorni dopo l’accaduto», ci racconta infatti, «le mie emozioni si alternavano tra ansia e confusione, e questo perché ancora non sapevo l’esito della mia azione sul paziente. Dopo aver saputo che Walter era riuscito a sopravvivere, sono stata colta da un profondo senso di felicità. Non riesco a descrivere a parole quello che ho provato, ma posso dire che mi sono sentita veramente in pace e serena con me stessa e tutte le ansie e i pensieri che fino a quel momento giravano in continuazione per la mia testa, erano svaniti all’istante.»

Nel frattempo, per altri impegni sopraggiunti, Giulia ha lasciato gli Help. Ma un giorno o l’altro, tornerà in questo gruppo, magari in veste di monitrice oppure di membro della sezione o del comitato? «Non so se tornerei negli Help Bassa Vallemaggia», ci confessa la ragazza. «Comunque se penso al mio passato e al mio vissuto in quel gruppo, è sicuramente stata una bellissima esperienza che ha allargato le mie conoscenze. Adesso sono cresciuta e con la scuola e i miei hobby (equitazione, sci, ecc) sono molto indaffarata. Tuttavia, in futuro, non escludo la possibilità di far parte di un gruppo o di un’associazione simile.»

Intanto però – le chiediamo – consiglieresti a ragazze e ragazzi più giovani di te di far parte di un Gruppo Help? E per quali motivi? «Certo che lo consiglio», afferma sicura Giulia. «È importante far parte di un gruppo simile e partecipare ai corsi di formazione: si apprendono pratiche e nozioni utili per la vita di tutti i giorni o, come è capitato a me, per riuscire a soccorrere o addirittura a salvare una persona in modo efficiente. Inoltre si crea un gruppo di amicizie», conclude, «dato che vi partecipano persone più o meno della stessa età e dello stesso posto. Così, oltre che a imparare nozioni importantissime facendo tanta pratica e lavori di gruppo, ci si diverte con i compagni e i monitori. Insomma è veramente un piacere! Lo consiglio caldamente a tutti!»