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In Ticino sono attivi quattro gruppi samaritani giovanili appartenenti a sei sezioni.

Tiziana Zamperini, da due anni presidente dell’Associazione Sezioni Samaritane Ticino e Moesano (ASSTM), ci parla del lavoro con i giovani e del fondamentale ruolo dei monitori. Entusiasmo, creatività e costanza sono le qualità necessarie.

In novembre in Ticino è terminata la formazione dei primi quadri giovanili, ossia monitori gioventù FSS che saranno attivi con i giovani. Qualcosa si muove, dunque…

A novembre è infatti terminato il Modulo 2, e ora abbiamo a disposizione monitori giovanili. Questo è un segnale positivo per l’intero movimento samaritano e soprattutto verso il coinvolgimento concreto dei giovani nell’attività samaritana. L’auspicio è ora quello che la Federazione svizzera dei samaritani (FSS) perseveri nel continuare ad occuparsi della formazione nel settore dei giovani. Alcuni cantoni, tra cui anche il Ticino, spingono affinché si mantenga una sensibilità in questo senso. Il futuro è nei giovani e il movimento necessita di rinnovamento. È compito di noi adulti mostrare di credere in loro e dare loro la possibilità di formarsi per poi entrare nei comitati sezionali.

Gruppi HELP della gioventù samaritana: quanti sono quelli attivi sotto l’egida dell’ASSTM?

Tutti i gruppi Help in Ticino sono gestiti dalle sin- gole sezioni d’appartenenza. Non esiste un gruppo Help cantonale. Esiste per contro un team, del quale è responsabile il vice-presidente dell’ASSTM Nicodemo Cannavò, che si occupa di coordinare le attività dei singoli gruppi, incentivando uno scambio tra i monitori. Nel nostro cantone sono per ora attivi quattro gruppi Help, più precisamente nella Sezione Bassa Vallemaggia, in quella di Tenero-Contra e Circolo della Navegna (che col- labora con Locarno), nella Sezione di Bodio assieme a quella di Lodrino-Prosito e, da ultimo, nella Sezione di Biasca – che ho il piacere di presiedere da 7 anni – dove il gruppo Help è stato creato nel 2017. In tutto sono attivi una sessantina di giovani samaritani, tra i 5 e i 16 anni.

 

I singoli gruppi HELP propongono anche attività in comune, trovandosi, per scambiare opinioni ed esperienze?

Essendo legati alle singole sezioni, bisogna creare appositamente occasioni di incontro. Non ci sono modalità ideali, ma è vero che un gruppo cantonale faciliterebbe questi scambi. Questa opzione era stata valutata ma, considerato il nostro territorio, sarebbe poco praticabile. Si sta cercando dunque di permettere alle sezioni esistenti di «estendere» il loro raggio di azione (per es. come capitato con Tenero e Locarno). In Ticino per ora si lascia però la libertà ad ogni sezione di organizzarsi, anche se il team cantonale stimola e monitora la situazione. I singoli gruppi possono organizzarsi spontaneamente e trovarsi per fare attività in comune, come è già successo. Ogni monitore è libero di organizzarsi. Il mio auspicio e quello dell’ASSTM è quello che queste occasioni di incontro aumentino, che vengano proposti incontri regolari e scambi di esperienze tra questi giovani appassionati di primi soccorsi. Un esempio concreto in questo senso è stato proposto lo scorso anno in occasione del Convegno cantonale dei samaritani svoltosi alle Gole della Breggia, a Chiasso. Questo convegno è stato volutamente aperto anche agli Help con un percorso ed esercizi uguali a quelli dei samaritani adulti. Il riscontro è stato ottimo anche perché, pur avendo svolto il percorso all’interno del gruppo, i giovani Help hanno poi potuto trovarsi e chiacchierare durante la pausa pranzo. Li abbiamo visti assieme, discutere e divertirsi, scambiandosi aneddoti vissuti ed esperienze. Questo ci ha resi consapevoli della necessità di amalgamare e far incontrare questi giovani samaritani.

Ha l’impressione che i giovani vengano poi positivamente inseriti nelle sezioni? Le sezioni e i rispettivi comitati si aprono ai giovani?

Per la mia sezione, il gruppo è davvero troppo giovane per potermi esprimere. Diamo loro tempo di crescere. Nei gruppi in cui sono presenti ragazzi più grandi, in età di scuola media, il passaggio è più facile. Quando invece i gruppi accolgono solo bambini più piccoli, è necessario un accompagnamento per permettere loro di raggiungere l’età per integrarsi nella sezione. Anche di questo si sta occupando il team cantonale. Merita di essere evidenziata una concomitanza: il momento del passaggio in sezione coincide spesso con scelte formative che obbligano i giovani a trasferirsi nella Svizzera interna. È un dato di fatto con il quale si deve con- vivere. Per noi è comunque importante che passi il messaggio di aiuto e di sensibilizzazione verso il prossimo.

Come vede il futuro del settore giovanile samaritano in Ticino e Moesano?

È un pilastro importante, direi fondamentale. Dobbiamo avere dei monitori motivati e interessati che sappiano insegnare con entusiasmo i primi soccorsi ai più giovani e ai bambini. Solo così possiamo sempre tenere viva la fiamma del movimento samaritano. È vero che ci vuole molto impegno, sia da parte delle sezioni nell’individuare e proporre validi candidati monitori per la formazione, sia da parte dei giovani monitori per gestire e organizzare un gruppo. Ritengo che sia meglio avere meno (o pochi) gruppi Help, ma di buona qualità, che siano attivi e dinamici. Costituire un nuovo gruppo Help richiede molto tempo e molte capacità, oltre che una grande costanza. Bisogna anche essere molto propositivi con i ragazzi, innovare i messaggi, proporre attività attrattive e sempre stimolanti. Il messaggio di fondo da far passare sui primi soccorsi è – in sostanza – sempre lo stesso, ma occorre molta fantasia per rendere il tutto realmente interessante. Ogni gruppo di regola si trova una mezza giornata al mese, sia per attività formative in sede sia per visite ai nostri partner (Rega, Servizi ambulanza, Corpi Pompieri, Re-dog, ecc.).

È più difficile, oggi, catturare l’attenzione e l’interesse dei bambini e dei giovani per i primi soccorsi? Come è cambiato il lavoro con i giovani samaritani?

Se i monitori sono entusiasti e motivati, per loro è più facile stimolare i ragazzi e trasmettere loro le conoscenze. In genere notiamo che i giovanissimi sono affascinati dai primi soccorsi. È anche vero che oggi i bambini sono maggiormente distratti da numerosissimi e svariati stimoli esterni, ma sta all’adulto sapersi adattare a loro mantenendo tuttavia saldi i valori prioritari e fondamentali che anche i bambini devono imparare a rispettare.

Il monitore deve sapere come integrarsi e come usare gli strumenti giusti per far passare i messaggi. Abbiamo comunque constatato che ai giovanissimi piace molto lavorare con le mani, fare e costruire in modo concreto, anche se all’inizio possono essere in difficoltà nei movimenti o nell’utilizzare la loro creatività con poche cose; nel doverla trasformare in pratica. Ad esempio: se siamo nel bosco e dobbiamo costruire una barella, come facciamo?

Diventa allora buona cosa insegnare loro a trovare soluzioni pratiche, realizzabili con le mani e non sempre e solo con l’aiuto della tecnologia (iPad, iPhone).

Come viene percepito il lavoro giovanile in Ticino?

Per quello che posso osservare io nell’ancora breve esperienza della mia Sezione di Biasca, il nostro lavoro con i giovani viene molto ben recepito dagli adulti, in particolare dai genitori che ben volentieri si lasciano coinvolgere nelle attività proposte. Il tutto grazie all’importante ruolo delle monitrici, al loro impegno e alla loro costanza, non priva di sacrifici.

Lei è presidente da due anni dell’ASSTM. Come si sente in questo ruolo e quali sono gli aspetti più difficili del suo lavoro?

Il ruolo di presidente è molto impegnativo e prende molto tempo considerato che ho anche un’attività professionale a tempo pieno. Oltre ai compiti dirigenziali e burocratici, c’è infatti anche il lavoro di rappresentanza: partecipare alle diverse assemblee e/o agli incontri delle sezioni, partecipare a serate informative o incontri politici, e altro ancora. Molte sere e tanti fine settimana sono dedicati a questi specifici compiti.

I colleghi del comitato cantonale sono molto disponibili, ciò mi permette di de- legare loro una parte dei compiti e di riuscire a rispondere alle richieste delle sezioni. Per gli aspetti tecnici, in quanto non sono monitrice, le conoscenze e l’esperienza degli istruttori della commissione quadri mi sono di aiuto. Da parte mia cerco di svolgere al meglio il lavoro e di assumere le responsabilità che la carica implica. Mi piace discutere le problematiche, affinché si possano trovare le soluzioni appropriate. Ciò implica necessariamente il fatto di ricercare compromessi e mediare allorquando vi sono delle divergenze.

È anche importante essere disponibili verso le sezioni quando ci interpellano, ciò ci permette di comprendere con quali difficoltà sono confrontate. Penso che rientri tra i compiti del comitato cantonale evitare che l’ASSTM venga vista e percepita come un’entità lontana e distaccata dalle sezioni. Credo che grazie all’impegno di tutti ci stiamo riuscendo. Non c’è un aspetto che più mi pesa o che trovo più difficile nello svolgimento del mio ruolo. L’unica cosa è il tempo: per fare bene le cose ce ne vuole tanto…

Quali rapporti esistono con le altre regioni linguistiche della Svizzera?

Il Ticino e il Moesano sono una realtà particolare: siamo gli unici a parlare italiano e siamo due regioni della Svizzera numericamente piccole. Questa peculiarità implica, in genere, che per far conoscere la nostra specifica realtà e conoscere a nostra volta quella delle nostre consorelle della Svizzera tedesca e romanda si debbano instaurare dei rapporti interpersonali.

Fortunatamente ci sono delle occasioni che permettono alle persone delle varie parti della Svizzera di incontrarsi per avere degli scambi costruttivi e instaurare i contatti necessari per conoscersi meglio.

Lei come si è avvicinata ai samaritani? Cosa le piace fare nel suo tempo libero?

Da giovane ho fatto la volontaria nel Servizio ambulanza di Biasca, comune dove sono nata e cresciuta. Mi piaceva molto quell’attività e tutti gli aspetti dell’aiuto al prossimo. Poi quando ho iniziato gli studi universitari e più tardi la mia professione, ho purtroppo dovuto lasciare questa attività. Sette anni fa si è presentata l’occasione di rientrare nel mondo samaritano, tramite la sezione di Biasca, è l’ho accettata con molto piacere.

Trovare del tempo per sé stessi è importante e – come per tutti – ritagliarselo non è sempre facile visti gli impegni della quotidianità. Il poco tempo libero che ho a disposizione cerco di dedicarlo alle persone che amo, alla lettura e a qualche viaggio. Nel mio cassetto dei desideri, c’è quello di visitare un giorno le sette Meraviglie del Mondo moderno…