Una «prima svizzera» in Ticino: la sezione samaritani di Comano ha organizzato lo scorso dicembre e con successo un corso BLS-AED-SRC dedicato a sei sportivi non vedenti. Il tutto grazie all’entusiasta collaborazione dell’Associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana (UNITAS).
Il paziente si trova a terra, a ore due… Il soccorritore si avvicina con cautela all’infortunato e gli si inginocchia accanto. Lo tocca delicatamente risalendo con le mani fino al volto, nel frattempo lo chiama… La vittima non risponde… Intanto le mani del soccorritore hanno raggiunto il viso… Lo «ispezionano» delicatamente ma con determinazione. La testa del soccorritore si abbassa sul viso della persona incosciente: «Sì, il respiro manca, bisogna iniziare col massaggio cardiaco!»
È, questa, una scena che abbiamo vissuto lo scorso 1o dicembre a Comano, in una sala delle Scuole elementari di Tavesio, ospiti della dinamica sezione samaritana di Comano nell’ambito di un corso BLS-AED-SRC indirizzato a persone cieche e ipovedenti. Si tratta di una vera «prima» a livello svizzero, dato che mai prima d’ora i samaritani (né nessun altro ente di soccorso) hanno organizzato un corso dedicato appositamente alla formazione di non vedenti. L’idea è sorta dalle fervide menti di Ornella Fransioli Taddei, responsabile dei corsi e membro di comitato, e del presidente della sezione Luigi Bernardoni.
Com’è nata l’idea e la preparazione
«È stata fin dall’inizio una vera sfida, quel la di voler insegnare la rianimazione cardiopolmonare a persone cieche e ipovedenti», ci dice Ornella, «ma ce l’abbiamo fatta e ne siamo felici e orgogliosi, il corso è stato utile per i sei partecipanti di cui due ciechi e quattro ipovedenti, tutti sportivi. Certamente, in vista di una seconda edizione, ci sono dei correttivi da fare.» L’idea ha potuto concretizzarsi grazie a un contatto di Ornella con Giulio Clerici, monitore del Gruppo sportivo dell’Associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana (UNITAS) che ha frequentato come allievo un corso BLS-AED-SRC della sezione e che, oggi, è presente all’evento. Ornella gli aveva infatti suggerito la possibilità di organizzare un corso speciale per i non vedenti e Giulio ha risposto subito con entusiasmo. Così sin dalla scorsa primavera, la sezione si è impegnata nella preparazione di tutto il materiale necessario, dato che – ovviamente – ogni immagine e tutti i filmati solitamente proiettati durante un «normale» corso andavano tradotti in parole. I monitori Vittoria Viganò (ricercatrice medica), Laura Rigamonti (della sezione di Campione d’Italia) e Carlo Capellini (monitore della sezione di Castagnola-Cassarate e studente di medicina) si sono messi assieme e, di buzzo buono, hanno trascritto parte del materiale. Ogni cosa è andata al meglio, grazie anche al fatto che tutta la documentazione preparata è stata inviata con largo anticipo ai sei partecipanti che hanno così avuto il tempo necessario per ascoltare (grazie ai loro appositi computer che trasformano la scrittura in audio) tutta la parte teorica.
Una preparazione minuziosa; insegnare con le parole e il tatto
Approfittando di una breve pausa, chiediamo alla monitrice Vittoria Viganò come sta andando: «Il corso sta rispecchiando le nostre aspettative per la parte tecnica: massaggio e defibrillatore vengono rispettivamente svolti e usati alla perfezione; ottima anche l’esecuzione della posizione laterale. Tutto fila liscio, anche se in maniera un po’ alternativa. I corsisti stanno imparando le tecniche in modo corretto e questo mi rallegra. Più complessa è invece la parte didattica, dato che nessuno di noi ha mai fatto un corso del genere. Normalmente tutto si svolge con la vista: proiettiamo slides, visioniamo cartelloni, ecc. Invece qui oggi dobbiamo essere in grado di insegnare con le parole e con il tatto. Ma sembra proprio che i partecipanti imparino e che le cose funzionino!», afferma Vittoria sempre con l’occhio attento ai partecipanti. «È sicura mente stimolante! Anche se sussistono dei dubbi e delle difficoltà, come ad esempio il tocco in caso di eventuale presenza di sangue (che il cieco non può vedere) sul paziente. Ma forse questa è l’unica pecca. Il corso è davvero una lezione umana per tutti, i limiti sono nella nostra testa e ne gli occhi di chi ci guarda.
«Saper salvare una persona non dipende dalla vista»
E ora la parola a uno dei partecipanti, Marco Lavizzari, diventato cieco all’età di 40 e appassionato sportivo. «Sono molto felice di essere qui», ci dice tra un esercizio e l’altro. «Conoscere il BLS è un investimento culturale prezioso rivolto a tutti e anche ai disabili. Saper effettuare le corrette manovre BLS ed essere in grado di aiutare in attesa del personale specializzato è molto importante e non ha età, sesso, colore o religione! Anche noi possiamo salvare una vita. Essere ciechi significa semplicemente non vedere, cosa che viene compensata dagli altri sensi, come per esempio in questo caso, tatto e udito. Ciò è stato dimostrato durante il corso, sia sul manichino che col defibrillatore, imparando passo per passo le procedure da mettere in pratica. La cecità non è assolutamente un impedimento all’apprendimento delle manovre di salvavita. E grazie ai monitori, ai quali va la mia riconoscenza, l’approccio alle manipolazioni è stato facile e senza ostacoli.»
Tanta gioia per la riuscita
Alla giornata hanno partecipato in veste di ospiti alcuni rappresentanti dei Comuni della regione, tra cui il sindaco di Comano Alex Farinelli, il municipale di Vezia Marco Zanetti, il sindaco di Capriasca Andrea Pellegrinelli e la municipale di Ponte Capriasca Ileana Pedrazzini. A rappresentare il Comitato cantonale dell’Associazione sezioni samaritane Ticino e Moesano (ASSTM) erano presenti la presidente Tiziana Zamperini e il membro Dario Benedetti, mentre il saluto da parte della Federazione svizzera dei samaritani (FSS) è stato portato dal suo vicepresidente Renato Lampert. Ovviamente presenti anche il direttore dell’UNITAS Paolo Lamberti e il presidente Mario Vicari, soddisfatti per la piena riuscita dell’evento.
«Ce l’abbiamo fatta! È stata una giornata davvero particolare, piena di emozioni, solidarietà e sincera umanità. Speriamo davvero che questa non resti un’iniziativa isolata», ci ha detto raggiante e con un po’ di commozione Ornella al termine dell’impegnativo evento. «Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno reso possibile questo corso. Come sezione, crediamo infatti che questo corso possa essere un’ottima opportunità sociale per tutte le sezioni. È un messaggio carico di significati e di un nuovo modo di essere samaritani, fuori dagli schemi classici. Tanto maggiore sarà l’eco che avrà questa iniziativa, tanto migliore sarà il risultato complessivo a favore di chi, avendo perso la vista, è meno fortunato di noi.»